domenica 29 giugno 2008

Ho voglia di ascoltare un disco dall'inizio alla fine

Fuggite dal web.
Smettetela di accontentarvi di una canzone.

Le compilation erano belle quando c'erano le C-60, le C-90 e le C-86, perchè lì potevi comprimere il meglio dei tuoi album preferiti, perchè erano vissute a priori e non a posteriori, poi c'era il fattore tempo che dava un valore aggiunto e che si estingueva tra cerca di far stare tutti questi pezzi su un lato! ah no, cazzo, quel pezzo non ci sta per 15 secondi! dai riempio anche l'altro lato, che sennò ci sono 10 minuti di vuoto...
Insomma, il risultato era una piccola opera.


Oggi, una compilation, ha un valore decis
amente diverso: sembra la corsa alla raccolta dei brani appena sfornati dal gruppo dell'ultimo grido, a prescindere che ci piaccia o no, l'importante è averlo. Ha la durata di giorni, al massimo un paio di settimane, poi ci si stanca e si masterizza qualcosa d'altro.
D'altronde, se le premesse sono quelle qui-sopra-citate, sarebbe ben difficile che non fosse così: che senso avrebbe, infatti, continuare ad ascoltare una canzone che stanca dopo il secondo ascolto?


Senza contare che poi, spesso, nemmeno esiste il supporto cd.
Diciamo che oggi, l'ascoltatore medio di musica può benissimo sopravvivere senza avere in casa nè un giradischi nè un lettore cd. Tanto c'è Last.fm. E tutte le altre risorse che tutti conoscono. E l'Ipod. E le casse poratili da attaccare all'Ipod. E le casse del pc che tanto poi si sente abbastanza bene lo stesso. E le autoradio che leggono gli MP3.


Oddio, a me tutto questo mette addosso un'inquietudine assurda.

Ma la bellezza di avere in mano un vinile, un booklet di un disco, il suono che i esce dalle casse al massimo del volume e ti rimbalza addosso, dov'è finito?

E la cosa peggiore: gli album, vanno ascoltati dall'inizio alla fine.
Un gruppo non è un singolo.

Sono d'accordo che la molteplicità delle band musicali renda difficile il tutto, ma bisognerebbe insegnare l'approccio alla musica. Un singolo trovato su un blog, non fa un gruppo, cazzo. Non bastano due brani ascoltati per etichettare un disco, nè per averne un'opinione decente.
Volete mettere con la bellezza di ascolta
re un album dall'inizio alla fine, e poi di riascoltarlo ancora, ancora ed ancora, perchè non riesce mai a stancarti? Da arrivare a conoscere a memoria la successione delle canzoni, da aspettare quella dopo perchè mi ricorda quando la ballavo alle 4 di venerdì notte (o sabato mattina), a fine serata, da poter dire con sicurezza che questo album spacca, a differenza del precedente, da sapere quando la puntina salta per colpa di qualche graffio e precederla per non perdere una sola nota, da capire che una canzone, spesso, non è niente presa da sola, ma acquista tutto un altro valore se accompagnata dalle altre.

Quanti sono, sinceramente i dischi di cui oggi, si può dire altrettanto?
E quanti sono, sinceramente, i dischi che oggi avete ascoltato dall'inizio alla fine?
Io, a volte, ne ho un pò paura, di tutta questa musica che esce un pò così.

Foto di Redbanshee.

5 commenti:

20nd ha detto...

A mio avviso le due cose viaggiano su due binari completamente differenti. Grazie ad un ascolto di brani casuale dalla rete o compilation in genere riesci a rimanere folgorato da una canzone e quindi risalire ad un gruppo, incuriosirti e quindi arrivare all'album. Ma l'ascolto di un album lo relego a tutto un'altro livello. Sono di quelli che continua a comprare minimo 3 album in un mese. E il criterio con cui si decide di acquistare un album, in genere, e' diverso da quello con cui ci si lascia sedurre da una canzone.

L'album ti trascina in un mondo, riesce ad arredarti una stanza o viaggiare assieme a te in modo piu' incisivo e elaborato. Quando voglio rivivere certi stati d'animo mi volto verso la libreria, ricordo una copertina, estraggo un cd, e subito comincia ad entrare in azione una specie di macchina del tempo emotiva che fa riaffiorare ricordi ed emozioni evocando, dalle prime note del famigerato "brano d'apertura", un intrico emotivo che sappiamo gia' come dipanare.

In tal senso recentemente mi sto godendo "Prima ballerina" delle Piroth, che oltre ad essere molto coeso nei suoni e nel feeling da' l'idea dell'apertura e chiusura di un piccolo carillon, con tutte le melodie che ne escono nel mezzo,"The Boy Who Couldn't Stop Dreaming", piu' o meno per gli stessi motivi (Sembra che ogni singolo brano sia stato concepito alle prime ore dell'alba di un giorno lavorativo scegliendo che siano gli altri a sgobbare per la pagnotta per abbandonarsi al piu' melanconico nichilismo), "Le Labbra"; di Paolo Benvegnu', che gli mp3 sono i "racconti brevi" il suo album e' "L'Ulisse" di Joyce (e il bello e' che prosegue ne precedente "14-19", per la serie "un album non basta per contenere cotanta roba) e "Momofuku" di Costello, che mi da' l'idea sara' un po' l'universo parallelo del nuovo album di Riko Kiley :)

Stendiamo un velo pietoso sul "Red Album" e continuiamo a trascinare sullo shuffle "Pork and beans" e "Troublemaker" a manetta :)

Anais ha detto...

sai, se tutti ascoltassero l'album intero dopo aver scovato un mp3 su un qualche blog, magari...
è che purtroppo mi sembra che siano sempre meno quelli che agiscono così...

Zonda ha detto...

Probabilmente sono io che sono di una vecchia generazione :P

Boh. Forse e' anche un po' merito/colpa del nostro insegnante di musica delle medie, che ci chiudeva in una stanza per un ora e imponeva il silenzio assoluto su Stravinsky. O come si scrive :P

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

Perche non:)